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GIOVANNI GIBIINO's avatar

Come sempre commento ricopiando la scintilla che mi ha ispirato (S) e sotto la mia riflessione(R).

(S) Serve superare una visione clinica e paternalista, e lavorare per creare spazi concreti dove possano esprimere il loro potenziale.

(R) I giovani sono, per definizione, energia pura: vita, slancio, libertà compressa dentro confini imposti — e da lì nasce la creatività. Sono potenzialità allo stato grezzo, da accompagnare e incanalare. Noi, “giovani-passati”, possiamo portare in questa equazione il nostro contributo: l’esperienza. Con essa, possiamo coprogettare spazi reali e mentali, metodi e strumenti capaci di far emergere quel valore latente e trasformarlo in realtà.

(S) Ogni tecnologia nuova degli ultimi decenni è nata con l’obiettivo di ridurre il peso, aumentare la velocità, facilitare l’accesso.

(R) La tecnologia è l’espressione concreta di un bisogno biologico profondo: quello dell’organismo umano di ottimizzare il dispendio energetico. È la mente, in dialogo con il corpo, che cerca costantemente strade per rendere il vivere più efficiente.

(S) Nel momento in cui l’AI è diventata il “sistema operativo” dell’esperienza formativa, spesso con risultati eccellenti, il problema non è più che i ragazzi “barano”: il problema è che il sistema di formazione e valutazione non è più adeguato.

(R) Quando le regole esterne cambiano, l’unica via è tornare all’interno e riscoprire le proprie. L’HI (Human Intelligence) resta stabile: reattiva, risonante, analitica. Comprenderne i meccanismi è oggi più che mai essenziale per affrontare i cambiamenti con armonia. È per questo che sempre più spesso mi trovo a insegnare intelligenza umana e interazione digitale, proprio in contesti dove si lavora con l’intelligenza artificiale. Perché ogni evoluzione sostenibile parte dalla base: l’HI.

(S) Questo uso include sia il supporto psicologico strutturato che le forme di compagnia emotiva e relazionale, anche con sfumature romantiche.

(R) L’AI riduce il carico cognitivo dell’auto-esplorazione e rende il confronto con se stessi più sostenibile, soprattutto sul piano emotivo. Spesso, il dolore di un confronto umano-umano, anche con il terapeuta più attento, è legato alla percezione, inevitabile, di essere giudicati. L’AI, invece, si posiziona come facilitatore: aiuta ad estrarre, riorganizzare e restituire senso. E chissà, forse già oggi può rappresentare un primo passo preparatorio verso una relazione terapeutica ancora più profonda.

(S) “Un posto pulito, illuminato bene”, dove possano costruire il loro futuro. Che poi è quello di tutti noi.

(R) Questa chiusura è splendida. Aggiungo solo un tassello al mosaico: “un posto pulito, illuminato bene e ben connesso”. Connesso a cosa? Lasciamo a loro la scelta. Il nostro compito è offrire tutte le possibilità e fidarci che sapranno orientarsi.

Io ne sono sicuro e sono certo che lo siete pure voi

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Claudio Martelli's avatar

Rinunciare alla qualità e alla profondità non mi sembra del tutto positivo, comunque.

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Paolo Gervasi's avatar

ciao Claudio! non credo sia positivo in assoluto, però era quello che serviva in quel momento per superare un mondo e crearne un altro; era la logica che guidava le azioni di quei giovani.

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Claudio Martelli's avatar

Ciao Paolo grazie per avermi risposto. Le nuove istanze sono sempre le benvenute, ma penso sia dannoso, oltre che ingiusto, gettare quello che ci precede senza cercare di valorizzare quanto di buono le esperienze precedenti ci danno. Tutto è progresso secondo me.

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