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Ciao Matteo e Paolo, quando elencate le mosse necessarie al leader del futuro scrivete che il primo step è "circondarsi di persone di talento" e mi chiedo se questa cosante ricerca di persone "talentuose" (quelle cioè fuori dalla norma) non sia in realtà controproducente e spesso molto onerosa. Secondo voi non è più interessante ( o disruptive per citare un'altra delle vostre NL) che il primo passo di un leader sia condividere la sua visione di "futuro preferibile", poi, come secondo step raccogliere attorno a questa visione le persone che la sentono propria (a prescindere dalla loro "genialità") e poi adoperarsi per creare il contesto perché i talenti di queste persone si manifestino tenendo alda la visione? Lo dico perché il tema de talento per me è fondamentale e credo che si parli ancora troppo di talento come "dono speciale" invece che di predisposizione innata (e presente in tutti) da potenziare. Grazie se vorrete rispondermi, per me sarebbe utilissimo.

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Ciao Rita, grazie per la tua riflessione! Sicuramente siamo d'accordo sul fatto che "talento" non significa necessariamente "genialità": il talento è una combinazione di creatività e competenze, e può essere coltivato, stimolato e fatto crescere. E in questo senso è vero che una leadership con una visione chiara può aiutare il talento a emergere e manifestarsi. Dall'altro lato, noi siamo convinti che aumentare la densità di talento all'interno di un'organizzazione possa far fiorire anche idee, pratiche, processi che vanno al di là della visione del leader, e possono aiutarla a svilupparsi. Secondo noi anche la leadership più forte ha bisogno di un po' di imprevedibilità, per non chiudersi in sé stessa. Grazie!

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Grazie Paolo, credo che allora il punto di "disaccordo" abbia proprio a che fare con la definizione di talento, ma magari avremo un'altra occasione per parlarne. Intanto grazie mille!

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