perchè mi avete riaperto un cassetto chiuso, erroneamente, recentemente e lo avete arricchito.
La creatività nasce dal dolore e dalla gioia. Dal dolore di qualcosa che ci fa male perchè c'è e non la vogliamo più o perchè non c'è e la vogliamo. Dalla gioia di avere qualcosa di nuovo e bello che ci sarà benessere. Siamo nati per sopravvivere quindi la principale fonte di creatività, adulta, è il dolore in tutte le sue forme. Quando siamo bambini invece la principale fonte è la gioia che si manifesta ai confini del nulla quando usiamo quanto appreso e lo colleghiamo più o meno randomicamente a qualcosa di materiale e immateriale e iniziamo a creare qualcosa di nuovo usando la nostra capacità di immaginare il futuro per migliorare le chance di sopravvivenza. Ma il bambino che ne sa, sperimenta, si allena e si prepara ad usare questa capacità. Diventati adulti, generalmente, o dimentichiamo il bambino e creiamo nuotando nel mare di dolore oppure non accettiamo l'adulto e continuiamo a creare nella folle gioia del bambino.
E allora questa vostra lettera mi ha fatto pensare che cercare un equilibrio cosciente tra bambino ed adulto può permetterci di immaginare un futuro figlio di "Muskobs/Jobusk" (come Vegetto o Gogeta), un futuro per portare benefici da pochi a tutti e per continuare a sognare qualcosa di nuovo e bello e inedito.
Grazie Giovanni, è una bellissima immagine che articolata così, come una ricerca di equilibrio tra diventare grandi e continuare a sognare come i bambini, tra la gioia e l’insofferenza per il mondo che non è come l’avevamo immaginato, è molto umana e riguarda tutti, non solo i Jobs e i Musk. A presto!
Grazie,
perchè mi avete riaperto un cassetto chiuso, erroneamente, recentemente e lo avete arricchito.
La creatività nasce dal dolore e dalla gioia. Dal dolore di qualcosa che ci fa male perchè c'è e non la vogliamo più o perchè non c'è e la vogliamo. Dalla gioia di avere qualcosa di nuovo e bello che ci sarà benessere. Siamo nati per sopravvivere quindi la principale fonte di creatività, adulta, è il dolore in tutte le sue forme. Quando siamo bambini invece la principale fonte è la gioia che si manifesta ai confini del nulla quando usiamo quanto appreso e lo colleghiamo più o meno randomicamente a qualcosa di materiale e immateriale e iniziamo a creare qualcosa di nuovo usando la nostra capacità di immaginare il futuro per migliorare le chance di sopravvivenza. Ma il bambino che ne sa, sperimenta, si allena e si prepara ad usare questa capacità. Diventati adulti, generalmente, o dimentichiamo il bambino e creiamo nuotando nel mare di dolore oppure non accettiamo l'adulto e continuiamo a creare nella folle gioia del bambino.
E allora questa vostra lettera mi ha fatto pensare che cercare un equilibrio cosciente tra bambino ed adulto può permetterci di immaginare un futuro figlio di "Muskobs/Jobusk" (come Vegetto o Gogeta), un futuro per portare benefici da pochi a tutti e per continuare a sognare qualcosa di nuovo e bello e inedito.
Grazie Giovanni, è una bellissima immagine che articolata così, come una ricerca di equilibrio tra diventare grandi e continuare a sognare come i bambini, tra la gioia e l’insofferenza per il mondo che non è come l’avevamo immaginato, è molto umana e riguarda tutti, non solo i Jobs e i Musk. A presto!